I token non fungibili (NFT) stanno trasformando il mondo dell’arte e della tecnologia, aprendo nuove prospettive e affrontando sfide inedite. Questi token digitali, che certificano la proprietà di un bene virtuale, hanno attirato l’interesse di artisti, collezionisti e investitori, ma la loro diffusione rapida solleva anche questioni legali complesse.
Gli NFT possono rappresentare opere d’arte, musica, video o altri contenuti digitali, ma il loro acquisto non garantisce automaticamente i diritti d’autore o altri diritti di proprietà intellettuale associati all’opera.
Difatti, la sfida principale è la gestione del diritto d’autore. In particolare, gli artisti devono tutelare le proprie opere nell’era digitale, mentre emittenti e acquirenti di NFT devono comprendere i confini del copyright per evitare violazioni.
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Le criticità del diritto d’autore
Un problema comune nell’acquisto di NFT è la confusione riguardo a ciò che si sta realmente acquistando. Molti credono di ottenere sia l’opera d’arte che i diritti ad essa collegati, mentre in realtà ottengono solo i metadati associati, non l’opera in sé.
Ad esempio, un artista potrebbe scegliere di mantenere i diritti d’autore sull’opera, ma concedere all’acquirente il diritto di visualizzarla digitalmente o di rivenderla.
Questo dibattito nasce dal fatto che gli NFT possono raggiungere cifre considerevoli: una semplice pixel art, ad esempio, è stata venduta per oltre 1 milione di dollari. È comprensibile, quindi, che molti acquirenti pensino di ottenere più di un semplice file di metadati o una stringa alfanumerica.
Tuttavia, può accadere che il venditore utilizzi il token per trasferire effettivamente la proprietà del copyright sull’opera originale.
Ad oggi non esiste ancora un modo univoco per valutare se la procedura sia conforme alle leggi esistenti sul diritto d’autore.
Un ulteriore problema legato al diritto d’autore, è che gli NFT possono essere visti come una forma di gestione dei diritti digitali che ti permette di verificare l’autenticità di un’opera. Tuttavia, questo sistema incontra ostacoli pratici.
Il principale problema è che chiunque con le competenze tecniche può crearne uno inserendovi qualsiasi informazione desidera. Questo apre la possibilità di creare proprietà false o ingannevoli registrate sulla blockchain, minando così l’affidabilità del sistema come mezzo di verifica della proprietà autentica.
Infatti, già si assiste a diversi casi di presunta violazione del copyright.
Nella maggior parte dei casi, gli autori ricorrono ad un’azione legale per l’uso non autorizzato, presentando un reclamo contro una piattaforma per il conio di un NFT associato alla loro opera originale.
Da un punto di vista legale, è complesso stabilire se il conio di un NFT, anche senza autorizzazione, costituisca una violazione del copyright, poiché non rappresenta un’opera in sé, ma una stringa di numeri generati in relazione a un’opera.
Una violazione del diritto d’autore si verifica quando sono soddisfatti tre criteri:
- uso non autorizzato: la persona accusata utilizza uno dei diritti esclusivi dell’autore senza il suo consenso (riproduzione, distribuzione o modifica dell’opera);
- collegamento causale: l’opera associata all’NFT deve derivare direttamente dall’originale e non essere un’opera indipendente o ispirata;
- copia sostanziale: la copia deve includere elementi essenziali dell’opera originale, non limitandosi a una somiglianza superficiale.
In breve non è semplice capire come un NFT possa soddisfare questi requisiti, ma è chiaro che questo sarà un punto di scontro in futuro.
Dunque, in breve, i diritti esclusivi di cui gode l’autore di un’opera sono: la riproduzione, la pubblicazione, il prestito e il noleggio, l’esecuzione pubblica, la comunicazione al pubblico e l’autorizzazione a eseguire una qualsiasi delle suddette operazioni. Tuttavia, un NFT essendo un codice sembrerebbe che non violerebbe tali diritti. Dunque, non è ancora chiaro se l’autore può effettivamente ricorrere legalmente per l’uso non autorizzato, avanzando una richiesta di risarcimento contro una piattaforma per il conio di un NFT associato alla loro opera originale.
Licenze: il ponte tra diritto d’autore e NFT
La legge sul copyright non fornisce linee guida chiare sulla proprietà intellettuale degli NFT venduti o acquistati. Le licenze, tuttavia, possono offrire soluzioni utili, concedendo specifiche libertà creative.
Teoricamente è possibile incorporare qualsiasi tipo di accordo in uno smart contract, un patto codificato e immutabile, archiviato su una blockchain. Tuttavia, sulle principali piattaforme di NFT non sono presenti licenze sotto forma di smart contract. In aggiunta, molte piattaforme e progetti NFT mostrano spesso termini e condizioni ambigui o incoerenti.
Ad oggi, per superare queste difficoltà, è possibile fare affidamento su due tipi di licenze: quella personale o i diritti commerciali.
Licenza personale
Sebbene non avete i diritti d’autore, se vi viene concessa una licenza personale, potete utilizzare il vostro NFT per scopi non commerciali e senza scopo di lucro. Ad esempio, si può esporre l’opera d’arte a casa propria o utilizzarla come immagine del profilo sui social media. Tenete presente, tuttavia, che non potrete utilizzarlo per scopi commerciali.
Diritti commerciali
In questo caso, invece, avete alcuni diritti commerciali sul vostro NFT, concessi dal creatore. Sebbene il creatore continua a conservare il diritto d’autore e la proprietà intellettuale dell’opera originale. A seconda dei diritti specifici che vi vengono trasferiti, potete vendere delle stampe, creare del merchandising o persino creare uno show televisivo.
Nel caso del Bored Ape Yacht Club, ad esempio, i proprietari hanno la possibilità di utilizzare senza restrizioni l’arte NFT a fini commerciali.
Oltre alle licenze personali e i diritti commerciali, esistono altre strutture dove l’acquirente di un NFT deve pagare le royalties al creatore originale. In questo modo, ogni volta che il NFT viene venduto, genera un reddito passivo per il suo proprietario.
William Shatner ha venduto 125.000 fotografie digitali sulla WAX Blockchain in soli 9 minuti e ora guadagna un reddito secondario dal loro commercio.
In conclusione, il mercato degli NFT sta cercando di autoregolarsi, riducendo le violazioni del copyright e promuovendo un ambiente che favorisca i creatori. Tuttavia, l’elevato potenziale di guadagno e la complessità legale rendono probabile un incremento delle dispute legate ai diritti d’autore.
Trovandoci solo all’inizio di un’era caratterizzata da una tecnologia rivoluzionaria, sarà affascinante osservare come si evolveranno queste questioni legali e le rivendicazioni di proprietà intellettuale nel tempo.